Per la maggior parte di noi è praticamente impossibile farne a meno: lo portiamo sempre con noi. Tuttavia questo oggetto è un covo di batteri.
Sono diversi gli oggetti che usiamo quotidianamente senza pensare ai rischi per la nostra salute che ciò potrebbe comportare. Ce n’è uno in particolare che portiamo sempre noi, ovunque andiamo, e senza il quale in tantissimi non potrebbero proprio vivere. Ebbene, si tratta di un vero e proprio covo di batteri a cui dovremmo prestare tutti attenzione.

Sappiamo quanto sia importante tenere le nostre case pulite per far sì che germi e batteri non proliferino ovunque. Elettrodomestici come il frigorifero, la lavastoviglie e la lavatrice meritano una certa attenzione: gli avanzi di cibo, come anche i residui di schiuma o sporcizia, non fanno altro che favorire lo sviluppo dei germi – soprattutto negli ambienti umidi, in cui potrebbe anche formarsi la muffa.
Ci sono poi utensili come i taglieri o le spugne per lavare i piatti, che possono rivelarsi molto più sporchi di quanto potremmo credere. Lo stesso vale per gli interruttori della luce, che spesso tralasciamo durante le faccende domestiche, o i tappeti. Per non parlare delle banconote che passano di mano in mano. Tra tutti questi oggetti, però, ce n’è uno che portiamo sempre con noi senza sapere che si tratta di un veicolo di batteri.
Uno degli oggetti che usiamo di più è un pericoloso covo di batteri: attenzione
Come dimostrato da diverse ricerche, gli smartphone – e, in particolare, i loro schermi – sono uno degli oggetti più sporchi che utilizziamo quotidianamente. Molti dei germi riscontrati sono presenti proprio perché tendiamo a portarli dappertutto (anche a tavola o al bagno). Ciò li rende un deposito, non solo per i batteri ma anche per virus e funghi.

Le specie batteriche rilevate sono diverse. Gli Strafilococchi coagulasi negativi (CoNS) e lo Staphylococcus aureus sono i più comuni, insieme all’Escherichia coli e il Pseudomonas aeruginosa. Dalle indagini emerge che la percentuale di contaminazione media dei cellulari si attesta al 68% a livello mondiale.
Il fatto che non ci siano linee guida specifiche per la loro disinfezione non fa altro che aumentare il rischio di contagi. Soprattutto quando si parla di ambienti come gli ospedali, in cui si trovano anche pazienti fragili: gli smartphone dei professionisti sanitari possono diventare vettori responsabili della trasmissione di virus, compresi quelli farmaco-resistenti, rischiando che i pazienti vengano infettati.